I bevitori di caffè spesso trascurano l’impatto ambientale delle loro abitudini quotidiane. Pur non essendo il peggiore trasgressore, la produzione di caffè contribuisce alle emissioni di gas serra: un singolo chilogrammo di chicchi tostati può generare oltre 40 chilogrammi di anidride carbonica equivalente. Ciò equivale più o meno a guidare un’auto per una breve distanza. Questo articolo spiega da dove provengono queste emissioni e cosa si può fare, eventualmente, al riguardo.
L’impatto più grande: coltivare i fagioli 🌱
La parte più significativa dell’impronta di carbonio del caffè deriva dalla coltivazione dei chicchi stessi. Ciò include le emissioni derivanti dai cambiamenti nell’uso del territorio, come la deforestazione per creare terreni agricoli. Gli alberi immagazzinano naturalmente il carbonio, quindi eliminandoli si rilascia quel carbonio nell’atmosfera. Anche la produzione e l’applicazione dei fertilizzanti contribuiscono notevolmente, rilasciando gas serra durante la produzione e l’uso.
Ridurre queste emissioni si sta rivelando impegnativo. L’Unione Europea ha tentato di vietare le importazioni di caffè coltivato su terreni deforestati nel 2023, ma l’attuazione è stata ritardata due volte a causa delle resistenze dei paesi e delle imprese produttrici di caffè. I requisiti di documentazione sono stati ritenuti troppo onerosi. Ciò evidenzia una questione chiave: far rispettare gli standard di sostenibilità attraverso le catene di approvvigionamento globali è incredibilmente difficile.
Trasparenza e responsabilità: un pezzo mancante 🔍
I consumatori attualmente hanno poche informazioni sulla storia ambientale del loro caffè. Una valutazione del ciclo di vita (LCA) completa – un’analisi scientifica che monitora le emissioni dalla fattoria alla tazza – sarebbe l’ideale, ma anche gli esperti faticano a condurla in modo completo. Questa mancanza di trasparenza rende quasi impossibili decisioni di acquisto informate. Senza un’etichettatura o una tracciabilità chiare, i consumatori non possono facilmente supportare opzioni di caffè più sostenibili.
I ritardi nell’applicazione dei divieti di deforestazione e la difficoltà di condurre LCA sollevano interrogativi sulla possibilità di cambiamenti significativi senza revisioni sistemiche. L’industria e i governi si trovano ad affrontare un difficile equilibrio tra obiettivi ambientali e realtà economiche.
In definitiva, l’impatto climatico del caffè è reale e per ridurlo è necessario affrontare la deforestazione, l’uso di fertilizzanti e migliorare la trasparenza. Fino ad allora, i consumatori rimarranno in gran parte all’oscuro del costo reale della loro bevanda mattutina.
